Malattia di Ménière
La Malattia di Ménière è una patologia caratterizzata da crisi vertiginose rotatorie oggettive della durata di alcune ore, associate a ipoacusia, acufeni e fullness (senso di orecchio pieno) che spesso predicono l'arrivo della crisi. È accompagnata da sintomatologia neurovegetativa (nausea e/o vomito). La fase attiva è intervallata da periodi di quiescenza variabili individualmente (giorni, mesi, anni). Si presenta quasi sempre monolateralmente, ma può interessare l'altro orecchio dopo 10-15 anni.
La patologia è dovuta ad un idrope endolinfatica, ossia ad un aumento dei liquidi nell'orecchio interno dovuto ad una maggiore produzione o ad un minor riassorbimento dell'endolinfa, con la conseguenza di sintomi uditivi e dell'equilibrio. Per parlare di Malattia di Ménière bisogna aver avuto almeno due episodi di vertigini che siano durati da 20 minuti a 12 ore.
Esistono fattori scatenanti come lo stress, alterazioni sonno-veglia e l'emicrania. Nelle prime fasi la Malattia si presenta con forti crisi durante le quali la perdita di udito si riacquista, con l'andare del tempo le vertigini lasciano il posto all'instabilità e l'ipoacusia (neurosensoriale) diventa permanente. Nelle fasi avanzate ci sono episodi posizionali e nel corso della Malattia si possono avere episodi di perdita di tono posturale con caduta.
La terapia si avvale di una dieta iposodica e iperidrica, dall'uso di diuretici osmotici come il mannitolo, vasoattivi (flunarizina), acido acetilsalicilico. In casi selezionati può essere effettuata l'infiltrazione di gentamicina endotimpanica. Alcune volte si consiglia un ciclo di riabilitazione vestibolare.
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